Dunque… A che punto ero rimasta?
Chi si approccia al TANGO, chi ha la fortuna di viverne le atmosfere per un po’, chi ne rimane stregato per sempre, non può non appassionarsi alla STORIA che questa danza porta con sé.
Ogni singolo movimento racconta la vita, i luoghi, la cultura di un passato glorioso in grado di rinnovarsi giorno dopo giorno, anno dopo anno, decennio dopo decennio. Un filo conduttore, il TANGO, che lega le generazioni oltre lo spazio e il tempo.
In alcuni momenti potremmo anche pensare di essere immuni al fascino di certi racconti così lontani, per poi meravigliarci di esserne noi stessi un’espressione inconsapevole.
Per questo è il caso di andare a ritroso, e di continuare insieme questo viaggio che ci porta dentro la storia di una delle PASSIONI POPOLARI più affermate al mondo.
“LA GUARDIA VIEJA”
Il TANGO comincia ad assumere le caratteristiche che lo rendono riconoscibile ancora oggi in un lasso di tempo compreso tra il 1900 e il 1920, periodo denominato della ” VECCHIA GUARDIA” .
Alla fine del XIX secolo, il flusso migratorio e l’incontro di nuove culture ed etnie aveva dato vita ad un nuovo ballo, che aveva trovato nei sobborghi della città, l’ambiente perfetto in cui diffondersi e svilupparsi.
Il TANGO delle origini così legato alla malavita dei BARRIOS, venne inizialmente rifiutato dalla conservatrice e bigotta borghesia argentina. Fu l’EUROPA e in particolare PARIGI a offrirgli un riscatto socio-culturale.
I salotti parigini erano senz’altro frequentati da un pubblico dalla mentalità più aperta, priva di remore morali, e il TANGO venne apprezzato anche dalle donne di buona famiglia perdendo così le caratteristiche esclusive di danza legata ai postriboli e ai bassifondi.
Ritornato così ripulito in patria, il TANGO divenne fonte di attrazione anche per i giovani della borghesia argentina. In città nacquero nuovi locali, le CONFITERIAS, in cui ci si ritrovava a ballare una danza più raffinata ed elegante rispetto a quella delle origini.
Fu durante la ” GUARDIA VIEJA ” ,a partire dal 1910, che vennero fondate le prime ” orchestre di tango”.
Si trattava principalmente di orchestre composte da un TRIO di musicisti, non professionisti. Gli strumenti che potevano comporle erano: violino, flauto, flautino, a volte l’arpa, la fisarmonica o l’armonium. Fu, però, nel 1914, che venne fondato il primo SESTETTO grazie all’opera di ROBERTO FIRPO, orchestra formata da: due BANDONEONES, due VIOLINI, un PIANOFORTE e un CONTRABBASSO.
Il periodo della “GUARDIA VIEJA” vide non solo il proliferare di formazioni musicali, ma anche l’affermarsi di artisti e musicisti del calibro di VINCENTE GRECO, ROPERTO FIRPO, ANGEL VILLOLDO ed ENRIQUE SABORIDO. Un ventennio in cui verranno scritti e musicati brani che balliamo ancora oggi, i cui testi ci raccontano ancora molto del tango delle origini.
Sono testi che descrivono la nostalgia per la patria lontana, la TIERRA QUERIDA, lasciata per inseguire un avvenire migliore. Ma anche testi, come “EL CHOCLO” e “LA MOROCHA” che dipingono perfettamente il mondo dissoluto dei BARRIOS, e dei loro frequentatori.
Tanghi, questi, che ci parlano ancora dei MARINEROS, delle MINAS, dei COMPADRES e dei COMPADRITOS, in un modo del tutto licenzioso e privo di tabù, richiamando con metafore più o meno esplicite il mondo della sessualità.
” Soy la morocha argentina, la que no siente pesares y alegre pasa la vida con sus cantares. Soy la gentil companera del noble gaucho porteno, la que conserva el carino para su dueno. Yo soy la morocha de mirar ardiente, la que en su alma siente el fuego de amor. Soy la que al criollito mas noble y valiente ama con ardor”
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